Tra poco saremo genitori! Il processo di transizione alla genitorialità

Test di gravidanza positivo … Il cuore scoppia di gioia, mille pensieri corrono veloci e la consapevolezza nella coppia che, da quel momento, niente sarà più come prima!

Per far fronte ai cambiamenti che comporta la nascita di un bambino, ogni coppia genitoriale è chiamata a ridefinire i propri spazi e le proprie funzioni, in modo da crearne di nuovi, in grado di accogliere, non solo fisicamente ma anche psicologicamente, il nuovo componente della famiglia.

L’esperienza della “genitorialità” ha inizio già a partire dal concepimento ed ha un impatto rilevante sulla vita di entrambe i partner. Contrariamente a quanto solitamente si pensa, con la gravidanza, non è solamente la donna ad essere investita da importanti cambiamenti ma anche il futuro papà è costretto a fare i conti con significativi mutamenti intrapsichici, relazionali e a volte anche fisici! Il diventare genitori vuol dire affrontare numerose trasformazioni che riguardano: se stessi, la relazione di coppia e quella con le rispettive famiglie d’origine.

Dalla diade alla triade: quali cambiamenti?

La nascita di un figlio ha effetti considerevoli sulla relazione coniugale, che possono contribuire a cementarla o a metterla in crisi. La nuova fase del ciclo vitale, che la coppia deve affrontare con l’arrivo del bambino, ne evidenzia le qualità relazionali e con esse, i suoi punti di forza e di debolezza, costituendo un’occasione unica per la crescita, non soltanto della famiglia ma, anche ed in particolare, del rapporto a due.

Nel passaggio “da due a tre”, i futuri mamma e papà hanno il “compito evolutivo” di modificare il loro legame relazionale, al fine di trovare nuovi equilibri, più funzionali alla nuova situazione. La coppia si trova a dover gestire un importante cambiamento:
che la porta da una relazione a due, finora sviluppatasi solo sul piano “coniugale”, ad un sistema di relazioni più complesso, che coinvolge anche un Terzo significativo, il loro bambino.

Le cure ed attenzioni continue che il piccolo richiede, possono aumentare le tensioni ed i motivi di conflitto tra i partner, soprattutto per il minor tempo a disposizione e per la difficoltà ad abbandonare le vecchie modalità relazionali in favore di nuove e più funzionali.

Le modalità comunicative all’interno della coppia necessitano di una ridefinizione in relazione ai cambiamenti che la nuova vita comporterà nella quotidianità e divengono centrali: Il confronto, la ricerca di una nuova alleanza di coppia, la consapevolezza dell’importanza di ruoli complementari e, soprattutto, che la genitorialità è una funzione che appartiene alla coppia nella sua totalità e non alle capacità del singolo genitore.

È fondamentale, inoltre, che la coppia crei dei confini chiari tra quella che è la relazione coniugale e quella che sarà la relazione genitoriale, in modo tale che eventuali difficoltà e conflitti inerenti la prima, non invadano l’ambito della seconda, al punto da coinvolgere nella conflittualità anche il bambino. Tutto ciò è indubbiamente molto complesso ma può essere affrontato e superato se i due partner hanno stabilito un rapporto fondato sull’intimità e l’empatia e dunque sulla comprensione ed accettazione delle reciproche capacità ma anche dei reciproci limiti. Nell’acquisizione del ruolo genitoriale è importante che ciascun partner sostenga l’altro, rispettando il suo modo di essere e di vivere la funzione genitoriale; infatti quanto più si avverte la fiducia dell’altro, nelle proprie capacità di diventare un buon genitore, tanto più, entrambi i membri della coppia saranno in grado di affrontare la complessità emotiva dell’evento e di tollerarne le ambivalenze ed i momenti di difficoltà.

La costruzione dei ruoli e delle funzioni genitoriali: un confronto tra passato e presente

Nel percorso di costruzione della relazione genitoriale, ciascuno dei due genitori è chiamato a confrontarsi con la propria storia passata, con il suo essere stato figlio e con il tipo di attaccamento e relazione che ha stabilito con i propri genitori.

Il processo che porta alla “genitorialità” si attiva, già, nel momento in cui i due partner iniziano a pensare di avere un figlio o meglio ancora, inizia a delinearsi, addirittura, nella loro infanzia, periodo in cui vengono interiorizzati i comportamenti, i messaggi verbali e non-verbali, le aspettative, i desideri dei propri genitori.

È come se, dentro ciascun individuo nel tempo, andasse prendendo forma, una sorta di “Genitore Interno”, formato da tutte le relazioni reali e fantasticate avute con le figure adulte significative che si sono occupate di lui. Il modello genitoriale interiorizzato, incide sulla personalità individuale, a tal punto da condizionare i giudizi che abbiamo di noi stessi e le modalità con cui solitamente ci relazioniamo agli altri. Nel modo di essere genitori, accanto agli aspetti che appartengono all’unicità di ogni singola persona , convergono, dunque, tutte le esperienze, i ricordi, le convinzioni, i modelli relazionali, della storia affettiva passata, oltre che presente. Attraverso il confronto con modelli genitoriali interiorizzati, i futuri mamma e papà possono individuare e definire, quali tra le caratteristiche materne e paterne, di cui hanno fatto esperienza come figli, potranno essere fatte proprie, in quanto ritenute adeguate alla propria personale idea di genitorialità e quali, invece, messe in discussione e rigettate perché avvertite come lontane se non addirittura, contrarie.

Diventare genitori crescendo come figli

Nel processo che porterà a diventare genitori, tra i compiti evolutivi richiesti vi è anche quello, fondamentale, di ridefinire il proprio ruolo nei confronti delle rispettive famiglie d’origine.

Quando, in una famiglia nasce una bambino, insieme ad un padre ed ad una madre, nascono anche due nonni e due nonne! Ed affinché il bambino e la sua famiglia possano crescere in maniera serena, è bene che le tre generazioni interagiscano e possano aver bisogno l’una dell’altra, mantenendo ognuna il proprio spazio vitale; a tal fine è necessario stabilire e riconoscere dei confini nuovi e chiaritra la nuova famiglia e quelle di provenienza.

Ciascun componente della coppia deve poter modificare le proprie relazioni con i rispettivi genitori, attraverso quello che, ora, è un ruolo comune e condiviso: quello genitoriale.

Per la salvaguardia del benessere della famiglia nascente e della continuità del legame con quelle d’origine, deve potersi stabilire un certo dinamismo e scambio reciproco tra le diverse generazioni; per cui, le relazioni tra “i futuri genitori” ed “i futuri nonni” devono essere rinegoziate affinché i primi vengano accettati e considerati dai secondi in un ruolo diverso da quello avuto sino ad ora: non più solamente come figli ma anche come genitori consapevoli e competenti.

I due partner sono chiamati a ridefinire le aspettative nei confronti dei propri genitori, individuando e distinguendo le diverse regole del ruolo e le funzioni dei nonni da quelle dei genitori; mentre “i più anziani” devono poter mettere in campo la capacità di sostenere, con le opportune distanze, i propri figli nel loro ruolo di genitori e partecipare alla vita dei nipoti senza sostituirsi alle legittime figure genitoriali.

In questo modo i nonni possono rivelarsi una valida risorsa, nel facilitare ai propri figli l’assunzione del ruolo genitoriale e nell’aiutarli a prendersi cura del nipote nei momenti di bisogno. La transizione alla genitorialità così definita, rappresenta, quindi, un’occasione preziosa per entrambe “le generazioni adulte” di stabilire un rapporto nuovo e maggiormente paritario.

Se invece i futuri mamma e papà non hanno completato il processo di separazione-individuazione dalle rispettive famiglie d’origine e non sono stati in grado di regolare adeguatamente le distanze con loro, il rischio è quello di trovarsi in situazioni poco funzionali sia alla crescita e benessere del bambino in arrivo, sia all’evoluzione della nuova famiglia.

La giovane coppia rischia le invasioni e l’ingerenza di madri, suocere e parenti altri, mentre gli stessi nonni si sentiranno “in dovere” di aiutare i propri figli con la loro esperienza o si lamenteranno di “essere esclusi”.

Diventare genitori rimanendo coppia

La transizione alla genitorialità, tra gli altri compiti evolutivi e relazionali, comporta per i due partner, il dover prestare particolare attenzione, anche, alla dimensione coniugale della coppia che, nella fase successiva alla nascita del bambino molto spesso, viene posta in secondo piano rispetto a quella genitoriale.

Il pericolo in cui i coniugi possono incorrere è quello di diminuire eccessivamente gli spazi dedicati alla loro intimità di coppia, a volte, fino ad annullare la risorsa rappresentata dalla complicità del loro legame. La condivisione della responsabilità della cura, dovrebbe, invece, potersi concretizzare in un continuo dialogo, impegno e investimento da parte dei genitori anche sul proprio rapporto di coppia nei termini di affetto, accoglienza, stima e legittimazione reciproca. La coppia, intesa in questa chiave è dunque, il fondamentale punto di partenza, ritorno e rilancio per una genitorialità consapevole e “riuscita”.

Riferimenti Bibliografici

Malagoli Togliatti, M., Lubrano Lavadera A. (2002 ). Dinamiche relazionali e ciclo vitale della famiglia. Ed. Il Mulino.


Dott.ssa Lorella Carotti
Psicologa e Psicoterapeuta a Rieti

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